Categoria: poesia

Uva pazza

M’appaio.

In una selva chiara m’appaio
avvolta nella nebbia
ottobrina,
accolta da castagne

A passo
molle e croccante
superstiti fragranze
s’affollano nel naso.
Le sento
concubine d’estasi
un’eco quasi
fra frasche assopite
e nuove altre.
Il diverso reso uguale
alla fine del destino

/giacigli d’uva pazza
m’indovinano
/

@ ore 7,00

Capovolta

E sta passando questo giorno
che già lo scalo dagli altri
e dalle frastagliate coste …

… per riacchiapparne un altro
perdutamente uguale
a darmi orecchio alla bocca

c a p o v o l t a

@ ore 7,00

La mia Città è strana

Il giorno mi viene incontro
mentre dal viaggio approdo

/Era la notte, e anche il mare/

Tu sai che la mia città
è strana
un po’ ritrosa, un po’ puttana
che le sue coste allarga
un po’ cosce, un po’ braccia
ad accogliere naufraghi e natanti
piccoli e grandi

<>

Sotto
i pesci dalle spavalde branchie
fanno bisboccia
vanno pazzi per gli scogli
e il muschio profumato

Sopra
decollano le grida dei gabbiani
a volte ridono , a volte piangono
i loro fazzoletti bianchi
dando fiato alle ali

@ 2 settembre ore 19,28

Nel nome degli alberi

Fa freddo
nel salotto di casa.
Meglio incontrare l’Autunno
il suo muso a colori
impazzito di caduca
gioia
nell’ antro scucito
d’altro vestito

Un piano
racconta
di un vecchio mulino
la ruota
intonata al silenzio

/l’apprezzo/

A basse luci
qualche tavolo sparso
dà un brusio che mi viene
adombrato sorseggio
a due sedie
squarcio che odora di mosto

/dammene ancora un bel sorso/

Che io possa filare l’istante
leggere l’avvenire alle foglie
nel nome degli alberi

e d’ogni altra radice pulsante

esserne parte

@ ore 7,00

Il fuoco di un cammino

Conto le stagioni e l’Oggi
mi racconto.
Va a sfinire sui monti
allo sguardo che s’arrampica
sulle punte
d’un cigno dalle cime bianche.
Una farfalla respira
l’estate freme
la sento
la tengo dentro il mio dentro.
Non se ne vuole andare

Ed è prova di banco
questo corpo indossato,
la legna a tratto fine
d’una penna che mi scrive e scrive
da voli presa
e m i g r a n t i.
Un giorno fu primavera
ma l’autunno
a freddo profuma
di un calore che spala
ricordi

Piange la sete nel cuore della gola
s’alleva la fame in un recinto sbiadito
all’inverno volto

… e Tu ed Io …

insieme con la mente
davanti al fuoco di un cammino

@ ore 7,29

Era a Castelletto …

… la strada per il Paradiso.
In altri tempi
lo stesso luogo

e il suo ascensore
tenue volava su liscia seta la sera

dopo la guerra
dentro le pareti della terra
dopo ogni altra guerra
sulla tua strada
ad aiutarti
stendendo la città
dei miei puntini
e al cielo avvicinarti
oltre le preghiere
a un nido senza siepi
fra nuvole e vele
nuotanti

lì dove i tuoi morti sono vivi
e tua madre è ad aspettarti

@ ore 7,11

Leggerò Tagore …

… all’alba

Volta alla mia notte
mi perderò nella via lattea
nei tanti nidi accesi
tra melodie di boschi
ispirandomi alle sue parole

Ma non posso!
Non posso
librarmi nella pace
essere carezze
in osmosi al creato

Io
tremo per il freddo
e vorrei tremare d’amore
quello in cui lui credeva

Fosse anche un piccolo prestito

in questo breve Ora.

@ 20 settembre 2020

Impressioni di settembre …

… in processione vanno
assieme agli alberi
a pennello di sguardo

Scalano montagne
verso il cielo.
Altre rimangono
momentanee alla veglia,
sentinelle in villaggi
di pietra

/la cima
è di un b i a n c o gelato/

Una nuvola pende
sospesa
ha il volto stanco
reciso da stelo

Macera e secca
l’acqua dello sterno
dall’estate all’inverno

@ ore 7,00

Poi tornarmi

Al termine di questo viaggio
vorrei mi accaparrasse il sogno.
Ogni timore fuggito
così ogni ricordo

Essere nel mondo
riconoscermi foglia
ape non estinta
generoso miele.
Nel guizzo di un raggio
appena trapelato
scoprirmi gorgheggiante
fonte fino al mare …
… e da lui posseduta
esalare in cielo
tra stelle e clorofilla
illuminata

<Poi tornarmi>

a luce china
nell’aria raccolta d’una grotta
immaginata prateria

Io

Antica Pellerossa

@ 16 settembre ore 7,30

… dispiegandomi …

Chiudo il mio volto
nella mestizia
le imposte
sulla gente

è sera che imbocca la notte

il sorriso s’accende d’una stella
valle del sogno la coperta

e l’universo mi spendo
dietro gli occhi assopiti

dispiegandomi

@ ore 7,00