Categoria: poesia

With Rain°

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Pioggia
che ti accompagni a note _
a dita sole
passa un ombrello,
al primo angolo svolta
sera d’inverno, luce che muore
verso altro risveglio:

Sarà rinascita di smemorato dolore
o novella primavera?

Pioggia
non piangere i miei occhi,
elettriche visioni
appese mi sostengono
su case e negozi _
chioschi d’antichi ristori
argentano riflessi:

Festeggi pure tristezza
la Me che brinda a un altare di ghiaccio!

Pioggia
qualche auto corre per lasciarsi rapire _
nudo è l’asfalto,
un pazzo chiede l’elemosina a un cartone
e a portico,
accanto ha il suo cane nascosto
che non abbaia né impietosisce
ma tanto vorrebbe scrivere un libro

/ e Tu
imperterrita getti inchiostro non sapendo che l’aria non può scrivere /

°
Gibran – With Rain

© ore 8,54

Vademecum

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Celebrare l’amaro _ mai _
né tu né io

in eco addietro

Ma su lingua di crespo
annaspalo
lasciandolo crepitare
in silenzio
appartato nelle tue colpe

Farne fuoco freddo,
eterno passante
d’una cintura che stringe
il male di vivere

che è più forte
della paura di morire

© ore 7,52

Rondini

Se ancora esiste il tuo volto
Io non so

Ma quando m’appare
il silenzio
assente della tua voce
a riempirmi i giorni e le notti

io ti aspetto

negletta alle stagioni
in un continuo
che torna

/ come le rondini di un altro tempo /

© ore 7,59

Lampione di nebbia

Amo


il tuo incombere,
nei bar dei sobborghi
deposta
accanto a un lampione
di nebbia
dove solo un avventore
scuote il freddo dalla schiena
e un drink e due cubetti di ghiaccio
si affogano a vicenda _

glabra luce tiepida
vagheggiare un frac,
piccole memorie sparse
su quel frustrato ponte

e intanto ascoltare
distratta
con anemico rimpianto
la corsa dell’ultimo eccitato treno

penetrare le tenebre

© ore 8,20

Finché il sole non mi bussò alle ciglia

Sotto l’arco di un sogno
s t a n o t t e
lo stesso sapore _
vere onde
stropicciate lenzuola

Una zattera a bordo ci salvava dalle rocce,
picchi beccavano tronchi al fico del tuo estirpato
brolo

/ sulla sdraio, mio libro a baciarti le ginocchia /

Si accettavano sfasate orme, status quo
con mani forti;
inastando ammainate costole
s’esprimevano vuoti gusci a piene noci;
trattenendo ripensamenti
cartoni volavano come preistorici uccelli
in luogo di persiani tappeti

Ma quel vorticoso vortice
che pungendo scriveva dicendo troppo
non intaccò pareti di vetro, le schivò invece

Mi dicesti: L’orologio è matto, rimani!

E rimanemmo nel velluto della notte indomiti alle brame,
nei nostri vicoli con l’Amore riapparso fra le braccia …

… finché il sole non mi bussò alle ciglia e non mi raccontò dell’alba

© ore 7,52

Geroglifici

Cosa rimane del suono e del sapore,
dei bambini in frotta nelle piazze
sudati d’infinito,
delle finestre che ridono col corpo dipinto
per sciacquarsi a una fontana di pigna
appena aprono lo sguardo

lo chiederei alle dita che s’ostinano a scrivere
metafore ardite

o a un dito

all’indice – ad esempio – che intima il silenzio
e poi si incontra con la lingua
appena mi immergo nelle pagine che mancano
passi proibiti

e inizio a leccare geroglifici

© ore 8,30

Incompiuti

_ Pensavo _

non ricordo quando, forse a più tempi,
lampo passava inseguito da tuono tremendo

Tu ed Io
opposti al Carro su moli diversi,
l’impossibile divenuto possibile:

Esseri di poca fede che non volevano credere!

Ci distanzia il campo dell’universo.
Ma anche chi dal corpo esce
può divenire astrale certezza,
completare l’incontro d’un sospeso
m o s a i c o:

Ce lo avevamo promesso!

Strani e sgocciolati sui tetti,
rimasti a miagolare sangue trasparente,
condannati solo a leggersi nei muri di una scatola
al verde.
Tra la gente _ soli _ che non possono splendere
pure se incollano l’orecchio a sguardi di vetro,
o parlano consumate cene d’osterie piene
spezzettando ostie di pietra

E confidando in Guaritore tempo


affidata ogni ferita al cammino inedito


annaspare nel vuoto della Nostra stanza
sentirci incompiuti in altro dubbio amletico

bacio a bacio … con la cenere

© ore 7,58

Dal Prima che veste firmato Nebbia

Quanti momenti ci sono e quali
cercati capitati o altro di cui non sai _
uguali e non uguali
per sé stessi o perché rivolti … .

Ognuno ha un Tempo
la necessità di averne uno
se si vuole esistere

ed esistere è quasi bello

deducendo l’intuizione, intuendo deduzione,
mezzo schiavo del Dopo che solo fa guardare
il viso della vita fuggita
movendo desiderio di tornare ancora

a quel Prima … .

<> <> <>

E un Cerchio si morde la coda

d’inguaribile malinconia è nuvola
che veste firmato Nebbia,
indeciso tra un lampione pensoso
e una luna febbricola

… b r i l l ì o …

nel nucleo del sistema
cuccia di un nido dai mattoni in petto
rossi come nei miei vicoli _

e altro cuore, altro amore d’altro Tempo
facendoti quale sei

rollio che è branda sulle mani
saltando da bambini

scivoloso tocco nelle tre dita a destra

di un numero primo.

© ore 9,16

Magica

Nessuno sa
Nessuno sente

Sola, eppure a te vicina

Ti scelgo o musica
la nostra musica, d’astrali accordi tu mi sei

E se

anche provassi a immaginarmi
non ci riusciresti
in questo splendido momento che splendida torno
al luccichio degli occhi
accanto al fiume sacro
dove per una volta fummo nostri

……… Magica …………………

nel migliore dei momenti
ho sciolto i miei capelli

lentamente mi svesto
una spallina e poi l’altra
liberi i morbidi seni
così come ormai non credevo

e più mi scaldo
più musica posseggo

……… … . ……………… … . ……………… … .

sinuosa forma
ha sound che cresce

muovono lascive ondefianchi, ventre
fuori e dentro …… vai e vieni …………

e mentre le cosce allargo e ti contengo
Tue son le mani che m’accarezzano

la profondità dell’estasi

© ore 7,51

Il Ramo ed Io

Dalle rose che ti tolsi
Ti lasciai
ramoscello innocuo
e modesto
a meditare

Febbraio corse
coi suoi giorni corti
ed ora a marzo tu esisti ancora

Il caso volle
si prese l’attenzione
l’ultima volta della nuova acqua
così che vidi le tue foglie auree
zampillarmi l’aria …

… e qualche timida _ fra loro _


vivido verde germogliarmi

in dono

© ore 8,31