Categoria: poesia

Il melo

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Donami una spalla di vento
su cui poggiare
candelabri di glicini che sappiano
di rugiada
anzitempo

e lascerò quel sale emigrare
come mai stato
pur se nei ricordi
mi è vitale
dare un senso
ad ogni afflato
che fu gradino rampicante
tra rovi e muraglie

ora che l’estate è tornata
sul viso di una mora senza spine

lì dove il melo fiorisce echi di paesi
sospesi sulla valle

e la sua voce non smette d’aspettarmi.

© ore 9,14

Alba stordita

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E fare spazio fra le aiuole emerse …
rare, disturbate_

munita di violette spensierate, dando
ai ciclamini facoltà di sbocciare al freddo,
ai cedri l’ameno oriente emulato

Speravo che il canto dell’allodola
fosse acufene immaginato,
che l’adombrato distacco segnasse
inverno raro da accadere e incendiare
nei boschi delle Sicilie andate

Così miravo l’incedere aggraziato dei cigni
quali felini piumati
appena l’Eterno nel ventre mi sveniva
mancandoti

e la forza di crederti quale esistito
non si mischiava con la secca carne rivelata …

… affinché il tuo respiro ammarasse nell’alba stordita

a p p a g a n d o m i

© ore 7,54

L’Albero°

Quanti pensieri
deve contenere un Albero
per scrivere lettere d’amore?

Sanno

le foglie degli antichi borghi
quelle che cadono e tornano
risorte per morire ancora
coi segreti della linfa scorsa
l’eterno ritorno che non ricorda

Senza sapere sanno

mai profferendo gorgoglii

ciò che non so io

°
Vedere Sezione FOTO DUE “L’Albero”

© ore 7,53

Lontani lontano

A n d a r e

lontani lontano
con la parola al guinzaglio

È un tutto dire solo pensato
non potendo fare …


… nemmeno quando potevamo

È l’inutile scrivere poesie d’amore
ai lobi del tuo fiato fantasma,

vivere a caso
appropriati di Noi

© ore 8,58

Ginestra cosmica

A volte, solo a volte,
a pettine mi passo
quella sera andata a notte
dove l’abbraccio taceva
in una scatola vuota

Intorno
scialli di luci spargevano
su colli e ombre
presepi fuori luogo_
ma anche coriandoli
indecisi fra fuochi in prestito
e una burla Capitale

Infilava
sentiero ritorto,
spartiva Voce con altro corpo
sfilando
da dosso il domandarti
quanto valore avessero
le sue lacrime_
se fossero salate al punto giusto
rispetto al sangue tuo:

«Sì, hanno lo stesso ingiusto sapore

Mosse l’onda a urto e ritorno
che oggi si ripete senza più sonoro
appesa a una ginestra cosmica

© ore 8,55

Stille …

… strana indolenza
che non puoi estirpare

Dolce sofferenza scorre
in pieno petto tensione e rilascio

b r e z z a

due rami e due foglie penzolano
ambulanti carretti sotto l’ascella

a p p e s a l u c c i c a n z a

argentea procrastina speranze
appena spunta e si tramanda l’alito

a p u n t a t r e m u l a

languide tende soffiano silenzi
fili camminano strade parallele

_ l e t t o d a c a n c e l l a r e _

una gomma estatica ne mastica i guanciali
va alla lavagna e insegna l’ineluttabile

.

© ore 7,14

Qui et Nunc

Fiotto di luce mi colse
squarciando l’infinito


qui et nunc

Fu un attimo
nel mio cuore bambino
a mozzarmi il respiro _


baraonda
senza pareti e mobilio
a risucchiarmi puntiforme
lumi persi e ragioni
ancora in bocciolo …


… proprio accanto
a farinate e torte
della condannata via

E sporca venne l’angoscia
a salirmi
sulla fragile schiena,


folle museruola
s’attaccò alla bocca
della mia Causa Prima


che più non sapeva
quale gioco avesse un ruolo

/ Poi tornò a casa il respiro /

© ore 8,57

Mamma

Oggi ti canterò
dei fiori
con in mezzo il bocciolo che sai più bello;

ricorderò l’ultima volta
l’andante lento del sorriso a spegnersi

E come

… ogni candela prima o poi si tace
a turno nelle chiese, negli altari sacri o profani,
nelle atee apparenze, ovunque le si accenda


… tutto
sia deciso dal vento
pacato, forte, improvviso anzi tempo

perdonarti e perdonarmi
i ciottoli del nostro breve fiume
eppure immenso;


pronunciare il nome che ora mi fa figlia
in segreto

e guardarti emergere dalla mia rubrica
presente sempre
immaginando che per riaverti …

… basti il tocco di un dito

© ore 8,32

Punto con vista

M’abbandono
a quanto consentito,
mio adamitico ritrovo ardente

Esco

dalle tenebre,
da un fiasco divino
incomprensibile –
alle spalle del vetro
semovente confine.
Pure se costa
vederti dentro le pupille,
nel cappotto interno
punto con vista
libero tra grate retiniche

Entro

in un presente remoto,
fra ebbri riflessi crosta
su parete di borgo boschivo,
per sentirne frusciare
inutilmente l’oblio …

… sciogliendo l’estasi a una scarpa spaiata

fino alla fine

© ore 6,19

With Rain°

Pioggia
che ti accompagni a note _
a dita sole
passa un ombrello,
al primo angolo svolta
sera d’inverno, luce che muore
verso altro risveglio:

Sarà rinascita di smemorato dolore
o novella primavera?

Pioggia
non piangere i miei occhi,
elettriche visioni
appese mi sostengono
su case e negozi _
chioschi d’antichi ristori
argentano riflessi:

Festeggi pure tristezza
la Me che brinda a un altare di ghiaccio!

Pioggia
qualche auto corre per lasciarsi rapire _
nudo è l’asfalto,
un pazzo chiede l’elemosina a un cartone
e a un portico,
accanto ha il suo cane nascosto
che non abbaia né impietosisce
ma tanto vorrebbe scrivere un libro

/ e Tu
imperterrita getti inchiostro non sapendo che l’aria non può scrivere /

°
Gibran – With Rain

© ore 8,54

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