Il melo
Donami una spalla di vento
su cui poggiare
candelabri di glicini che sappiano
di rugiada
anzitempo
e lascerò quel sale emigrare
come mai stato
pur se nei ricordi
mi è vitale
dare un senso
ad ogni afflato
che fu gradino rampicante
tra rovi e muraglie
ora che l’estate è tornata
sul viso di una mora senza spine
lì dove il melo fiorisce echi di paesi
sospesi sulla valle
e la sua voce non smette d’aspettarmi.
© ore 9,14