Categoria: poesia

Veste di vetro

Nell’interno remoto
di un concetto portato all’estremo

t o r n a n t i

si snodano da atti montani –

si scindono sentieri
in gangli pronti a connettere
paesi e pensieri con fragole accese,
dune venose e arterie,
storie montate a cassetta
su carrozze senza destrieri

E il sole mi suda in silenzio
m’imbuca raggi sul nerbo dell’albero

Io guardo
Io spero
sogno di sognare il vero

tornando comunque alla terra,
su questa terra che stringo in un pugno,
scorrevole d’acqua secca

… tra essere e non essere …

Clessidra
che sempre si veste di vetro

© ore 9,32

Pirati

S’espandono
sulla piccola costa dorata
onde farfalle –
corre la spiaggia
a proteggere
Faraglioni che non proteggono

Si sgretolano così
alle intemperie
veloci o lente
manicure di sabbie
dedite al tedio,
monotono languore espanso
da poeti maledetti –
e cangiante
allo spettro dell’apolide caso
si spella l’attesa
dei nostri tartari
adoprati su marosi deserti

Pirati, strani pirati,
indifferenti arrembano
nel limarsi le dita
su patiboli ineguali –
c’hanno ciuffi di speranza
strappati a nuvole svagate,
evasioni nullipare
da mettere in forzieri,
fumettosi pensieri tanto per ./.

E all’occorrenza, quali stelle,
contro correnti stanno a guardare
come bene si muoiono in miniera
il concreto e l’astratto

… vinti dall’amo …

e dalla pesca
che mordono nella breve estate

© ore 7,57

Eagles

Dove non brillano palme gentilizie
all’estremo nord del sentiero …
vento ~ pioggia ~ gelo
schiaffeggiano scogliere
e il mare non ha sale sereno

Sono momenti > lunghi momenti<

e meno lenti di ieri

p r e …
… c i p i …
… t i …
… a m o

S’era riscoperto liceale rivo,
l’estremo dire e rivelare
confidenze rare,
la coincidenza delle madri
fino all’infanzia ch’eravamo

E meraviglia più volte acchiappava
nel petto pieno d’affluenti affanni,
malgrado istanti supini a ritagli
avvinti da un vento magistrale –


avvolto il nudo estremo del collo freddato,
agnostico e incapace d’assaggiare
il tepore della sciarpa che stringeva
in mano

Impossibile dimenticare –

e perdonare
quel tutto volatile

ora che dirmi Amore è fuori tema


ora che dirmi Amore è troppo tardi

© ore 9,30

Di more e mirtilli

Era

riprendere la storia
e filo forte

trama e ordito –

dello sguardo
a stupita memoria,
il sorriso attraccato
quale baia del ristoro

E di più erano gli attimi
che alla lingua appartenevano
senza uso di parola

… gola a gola …

i giochi scandire dell’amore
nel bosco con respiro nuovo
come fosse interezza
il moto nella piccola gioia

… corpo a corpo …

la nostra incompleta persona

© ore 8,28

All’ Hotel California

Quanti anni hai,
e quanti in resto me ne dai:
breve o lungo, un viaggio è

Ehi, dico a te!

Tutto casa e fossa,
re nelle patrie galere –

dei miei fianchi tondi
che danzano ombelichi mondi,
ritmiche genuflessioni
per succhiarti fino all’osso il cuore;

dopo una guida stolta
e un tuffo all’angiporto
dentro la nostra notte
esplosa a liquefatto sudore

Ehi, dico a te!

Sotto i raggi del sole
su catrame molle
reo d’una luna vuota

che dopo un impatto folle
mi racconti di miraggi morti …

… da cui non potrai uscire
nemmeno fossi cielo in specchio
sul mare delle ombre

© ore 16,18

Alla Patria dei miei anni

Calda, calda placenta –
accoglimi, ispirami.
Fatti culla tranquilla, nido
sull’albero verde

Ho paura d’uscire tra estranei dipinti,
sotto nubi di cenere non farmi piangere

Verso bagnasciuga oso sentimenti –
a chiuse palpebre
ricordi che non voglio spegnere
pur se s’infrangono sulla mia pelle
lasciando graffi indelebili

«Quanti fogli vanno a sprecarsi
che prima erano bianchi e inconsapevoli
negli autunni accumulati
più che le primavere,
nelle estati bruciate su spiagge di sale,
negli inverni che mentono la neve
ogni natale
»

Ma ciò io lo devo
alla Patria dei miei anni,
alle mani che vogliono svuotarsi,
alle lucciole sacrileghe estinte
dentro siepi nottali …

… finché questo corpo
non mi assolverà aprendomi le sbarre

© ore 10,31

Madonna senza luna

Pare una lanterna
camminare il buio

Sola
Sospesa
Ondeggia
Fluttua

Forse nella cieca notte
mia e sua

Strizzo le ciglia e le iridi s’accucciano
per dar sboccio alle pupille che frugano.
Da parete a parete
è suolo scuro, solco oltre ogni giuntura

Alzo la veduta:

sul tetto non ci sono stelle –
cerco allora la luna
da queste parti in un pozzo caduta
e intanto seguo quella molle luce
spargere sprazzi di chiarore inducente
a macchia d’olio, a macchia di belva

Un mantello copre la figura,
salgono scale d’apertura e bianchi piedi
verso il pianto di un’ugola novella

Decifrabile a memoria, s’ode taciuta
melodia d’altro suono che s’accosta
nella selva oscura …

… melodia che non puoi ripetere
appena la tua forma alzi al nuovo giorno

© ore 6,14

°°°° °°°°°°°°°°°°

E n t r o:

nel momento che mi reca
a quel luogo, a quel tempo

C a m m i n o:

ci sono portici col mio assolo,
e vetrine che vogliono vendere
attraggono.
Non è l’ora giusta non lo è il giorno,
ma la voce esula da pietre a paragone …

… quando ha da schiarirsi la gola

Qui c’era un fruttarolo mondo,
lo gettarono al suolo.
Riemerso, ha nuove costole.
Agnostici entrano ed escono
passi nuovi

P r o s e g u o:

il pensiero vuole portarmi
altrove,
alla distanza confusa
dei nostri discorsi,
al sacrificio delle mezz’ore …

… che timbravano un lavoro

Oltre le continue affollate orge
scritte e orali di ora come allora,
che non soffrono ad oggettiva conta
sia quando il sole veglia
sia quando se la dorme

M i f e r m o:

davanti a una vetrina
di secchi fiori,
il riflesso di un dito si posa
quale tremula farfalla.
Impera la tua richiesta e …

… il suono mi martella il cuore

E c’è il dubbio della croce,
le tredici esistenze a indurmi
in tentazione
per chiarire l’ultima ombra
e non tradurci nel nulla di una fossa

T o r n o:

/ ore 16,37 luminol /

Decidui alberi

Decidua vita

Caduca

torna poi con altre foglie

che di me non sanno

che di me non vivono

© ore 7,44

Funambolica sera

Non vedrà più diritte righe
dove punta l’occhio il naso

/ forse l’orizzonte /

Gioca


frizzantino freddo tepore
appena naufrago raggiunge
un mare e un cielo di colorazioni

e in mera sintonia Lui muore e risorge

c o m m o s s o

dalla tua fronte

© ore 8,19