Autore: Maria Pia

Un Gabbiano°

Lo ricordo quel giorno
svenarsi
era l’ultimo atto
a venire

a destra
di fianco
il giardino di rose
bellissimo
mai come quell’anno
mi soffiava sul volto
sete di vita

a sinistra
di fianco
la nostra città
e tutto sfociava
nel punto d’incontro

sul fronte
al confine del mare

in alto
un gabbiano scriveva
l’addio
prima che s’avverasse:

non aveva compagni

°
Sezione immagini: Un Gabbiano

In un’ora a caso

Costeggiando costeggiando
in un’ora a caso
Guido ho incontrato:

stava dentro un libro dalla copertina
infiorettata e dura

Mi ha vista ed è uscito
a raccontarmi le sue poesie
quanto sia Felicita la sua signorina
le buone cose di pessimo gusto
Loreto impagliato sul trespolo giusto

quel certo non so che …
… che nell’antico vive malgrado tutto

E tanto altro ancora

Splendida

Prove d’autunno
le narici ormeggiano nel pallido giorno.
Quanti ne svolgono
dormicchiano e si svegliano
allo scrocchiar dell’erba che involve
che a volte non ricordi quando era stato ieri
e quando è ancora oggi

Eppure – nel mio Eppure –
sentieri d’oro appaiono
con baffi d’argento
fra viali maculati d’acqua
appena accorsa
specchiando il cielo in terra
e dentro Noi
intorno e a rincorrerci
non muovendo un osso


falde di pensieri e desideri
che non possono spegnersi

né lo vogliono

E anche l’inverno
che cos’è in fondo
se non una promessa di ritorno

Radici

C’è poca Casa
a volte
senza la propria Causa prima.

Il freddo scoppia
un vento imbizzarrito
f i g l i a
nei rami spogli
fino alle radici
che si è ingoiata la terra

C’è del tepore
in quelle che restano
a nutrimento,
ma anche un albero
può sentirsi perso

s o s p e s o

nel Cosmo indifferente

Passaggio a Nord Ovest

Che ne sarà di voi
o figli miei
tutti prediletti

Vivere non solo per se stessi ma anche per l’Arte
qualcuno disse
passando a Nord Ovest

Dove la forza
oltre la carne
se non in voi che dovrò lasciare …

… a una selva di mani
che non carezzano

In masochistica china

Lasciami qui
i n e r m e
abbandonata dentro una parentesi.
Sarà cipria di polvere sulle mie gote,
la luna mi farà da stella
mentre il fiume schiuma e scroscia
il suo cammino in cielo e in terra
da sempre

Lasciami qui
v e r a m e n t e
a coniugare questo verbo
in tutte le accezioni impossibili.

Tra mirto e rosmarino
avrà occhi la siepe,
il passero solitario a meditare
sabati andati
più verdi di un sorseggio di pruni
raccolti in preghiera


e l’abisso …
… l’abisso non sarà che ventre


piangente piantagioni di mirtilli
ridotti a cenere

Ma porterò nel sacco un’impagliata fenice
per ricordarti
Venezia e le sue gondole caravelle

prendendo qualche verso a Leopardi

3 Haiku d’Amore

Pascola a sera
Tua bocca clorofilla –
Fiaba respira

>

Scorrono dune
filigrana e foreste –
Nido Ti aspetta

>


Bianchi petali –
da maestoso ciliegio
rosso profondo

<>

Odissea

Osservare
ogni qualsiasi si posino gli occhi
farne sguardo vedente
e lasciarsi andare

♒ ♒ ♒

penna e mente

p e s c h e r e c c i

nell’Universo che ti vive dentro
catturare
pesci piccoli e grandi

i più bizzarri

innominabili
inconcludenti

e farne ceste di pensieri
da posare su bianco
per liberarsene

anche solo per un attimo

?

¿ Ci saranno resti
a luccicare al sole
o viole risorte
in un mondo
con speranze nuove …

… e non più sgomento
miseria
terrore
orecchie farisee
colme di pietre preziose

dopo che anche i sassi saranno esplosi?

Fòrmìche

Picchiava
come chicchi di riso
sonore credenze

Silenziosa andava sciogliendosi,
colava sui vetri
sul viso
volubile pioggia di marzo,
seguiva l’esempio anche aprile

/piccole gocce di stelle/

Tante ne succedevano.
Fioriti zampilli pistilli,
novelle innocenti margherite

/lingue a svelare l’amore/

I banchi chiamavano il legno
l’inchiostro sul primo quaderno
le fòrmìche dormivano

/piovendo parole/