Autore: Maria Pia

Magica

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Nessuno sa
Nessuno sente

Sola, eppure a te vicina

Ti scelgo o musica
la nostra musica, d’astrali accordi tu mi sei

E se

anche provassi a immaginarmi
non ci riusciresti
in questo splendido momento che splendida torno
al luccichio degli occhi
accanto al fiume sacro
dove per una volta fummo nostri

……… Magica …………………

nel migliore dei momenti
ho sciolto i miei capelli

lentamente mi svesto
una spallina e poi l’altra
liberi i morbidi seni
così come ormai non credevo

e più mi scaldo
più musica posseggo

……… … . ……………… … . ……………… … .

sinuosa forma
ha sound che cresce

muovono lascive onde fianchi, ventre
fuori e dentro …… vai e vieni …………

e mentre le cosce allargo e ti contengo
Tue son le mani che m’accarezzano

la profondità dell’estasi

© ore 7,51

Il Ramo ed Io

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Dalle rose che ti tolsi
Ti lasciai
ramoscello innocuo
e modesto
a meditare

Febbraio corse
coi suoi giorni corti
ed ora a marzo tu esisti ancora

Il caso volle
si prese l’attenzione
l’ultima volta della nuova acqua
così che vidi le tue foglie auree
zampillarmi l’aria …

… e qualche timida _ fra loro _


vivido verde germogliarmi

in dono

© ore 8,31

Cardæn°

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Verso zone meno impervie dovresti emigrare
come comanda la tua specie


Tu indomito e sentimentale
ti dondoli e destreggi sul ramificato ghiaccio
del legno transeunte _ acchiappando _ trasparenza

l’u l t i m o fuggente

Intorno si tace: è cartolina di neve

Forse hai pensieri _
gli umani che ne possono sapere!

Non ti occorrono formule per volare
e misurare la bellezza del salto,
con precisione balzi sulla giusta meta

Ed è bianco, sì è bianco il prodigio che ti fotografa e ferma
l’inverno magico incompreso,
col fiato invece caldo _ letto _ da una fiaba che in lui rinasce.

Ed è rossa la mascherina del rosso tuo pulsare
quel cromatismo ideale,
bruno sfumare a dorarsi su l’ali

Da talamo dormiente tra poco volerai se vorrai ricominciare:
lo sento negli ori delle nari _Io ch’eppure su carta odo respirarti

e con Te m’immagino volare … dallo stretto … al lago del mio mare

° Cardellino

© ore 8,44

From a Symphony

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Perché pioggia mi muove
appena alle tue note giungo
… dimmi …
se è insulto o prosieguo d’amore
questa sinfonia che si compone

Vado al bandolo delle cose
all’inizio di un come _ eroso _

tutto sfugge all’ansito del Nome
adagiato sulle mie mani vuote
e corro e salto crome biscrome

tonalità enarmoniche
schiudendo lo spartito del palpito rosso
a violini e pianoforte

tamburellando meridiana e metronomo

in aulico tono, tra candide organze
fluttuante, accesa da fulgida bellezza.
E nel nucleo dell’enfasi, scrivo accordi nuovi
e più non voglio saperne
del dubitante se di quel sé _ a cui
non importava il poi
ma solo conoscere quale fosse il vero volto

Così pioggia si commuove

cede fresco respiro nuovo
alla Me ammantata da nuvola acquea
cipria divenendo liquore _ pura Arte _

su quel corpo ch’era fuoco di passione
e Tu chiamavi Passiflora

© ore 9,44

Ciò che sta oltre il cielo

Fu un momento
_ durò anni _

Eppure contano gli sguardi
che si mancarono e contenevano il mondo:
Iperuranio scambiato
Radiazioni impresse negli occhi

Quante lezioni s’imparano senza risolverle?

Non potevo tornare alle antiche suole
scavai però un percorso sulle strade delle memorie _
solcai con loro libri e fluenti calamai per non venirmi addosso
filai concetti intrecciati a mani nuove
conservando l’amato sudore su fili di stazioni

e lì mi vissi d’uva succosa.

© ore 8,20

Hypoteínousa

Ci sono storie d’amore concluse
che non si concludono _

e impresse lasciano pagine nell’intime
pulsioni
e qualche traccia sulla bocca

Sentimenti bruciano
tenebre e aurore,
o glaciali e sereni giacciono
abbracciati a magnolie

La penna intenta, ambidestra a condurre
scompone in base all’umore, cerca
una strada migliore

Io leggo e rileggo, smusso acuti
e dadaistiche rosse performance,
sotterro e dissotterro, invento ipotesi
fantasticando quanto fossi Ipotenusa

Cerco saldezza _ insomma

siepi che sfrondino rami inutili, e di più gentili
ne germoglino appaiando parole a pensieri

e Me e Lui assolvano
mentre spolvero ricordi per svelarne il vero volto

e il cuore in gola spera in un’ultima gioia

© ore 10,47

Cuscino di piume

Abbaiata
nel mezzo d’una foresta di glicini,
da livido alone inseguita

Vanno le ombre
in luminio lunare
su laghi e su fonti

primordiali

e le nostre dita annodate
ferme
sotto un baldacchino
di intrecciato legname
s’abbagliano
udendo grilli spumeggiare

… sogni …

tra melodie di cicale
impazzite dal sole _

è notte
è giorno

sia usignolo o allodola
non importa al mio cuscino di piume

né al tempo che sgocciola

© ore 8,02

Chef

Il bravo Chef mette sempre il cliente davanti al PIATTO COMPIUTO.

Nemmeno Tu

Sempre
nell’unico cuore

ho scavato una grotta
appartenenza di Noi

c’è posto per altri là fuori

ma in quel dentro
di neve e di fuoco
si sciolgono ed ardono
sbagliate parole
spinate rose

atti che fatti non furono
se non sciarpe monche

e baci randagi
che avrebbero potuto
essere tutto

Da lì
non posso fuggire

/ e nemmeno Tu /

© ore 8,11