Autore: Maria Pia

Madonna senza luna

No Comments

Pare una lanterna
camminare il buio

Sola
Sospesa
Ondeggia
Fluttua

Forse nella cieca notte
mia e sua

Strizzo le ciglia e le iridi s’accucciano
per dar sboccio alle pupille che frugano.
Da parete a parete
è suolo scuro, solco oltre ogni giuntura

Alzo la veduta:

sul tetto non ci sono stelle –
cerco allora la luna
da queste parti in un pozzo caduta
e intanto seguo quella molle luce
spargere sprazzi di chiarore inducente
a macchia d’olio, a macchia di belva

Un mantello copre la figura,
salgono scale d’apertura e bianchi piedi
verso il pianto di un’ugola novella

Decifrabile a memoria, s’ode taciuta
melodia d’altro suono che s’accosta
nella selva oscura …

… melodia che non puoi ripetere
appena la tua forma alzi al nuovo giorno

© ore 6,14

°°°° °°°°°°°°°°°°

No Comments

E n t r o:

nel momento che mi reca
a quel luogo, a quel tempo

C a m m i n o:

ci sono portici col mio assolo,
e vetrine che vogliono vendere
attraggono.
Non è l’ora giusta non lo è il giorno,
ma la voce esula da pietre a paragone …

… quando ha da schiarirsi la gola

Qui c’era un fruttarolo mondo,
lo gettarono al suolo.
Riemerso, ha nuove costole.
Agnostici entrano ed escono
passi nuovi

P r o s e g u o:

il pensiero vuole portarmi
altrove,
alla distanza confusa
dei nostri discorsi,
al sacrificio delle mezz’ore …

… che timbravano un lavoro

Oltre le continue affollate orge
scritte e orali di ora come allora,
che non soffrono ad oggettiva conta
sia quando il sole veglia
sia quando se la dorme

M i f e r m o:

davanti a una vetrina
di secchi fiori,
il riflesso di un dito si posa
quale tremula farfalla.
Impera la tua richiesta e …

… il suono mi martella il cuore

E c’è il dubbio della croce,
le tredici esistenze a indurmi
in tentazione
per chiarire l’ultima ombra
e non tradurci nel nulla di una fossa

T o r n o:

/ ore 16,37 luminol /

No Comments

Decidui alberi

Decidua vita

Caduca

torna poi con altre foglie

che di me non sanno

che di me non vivono

© ore 7,44

Funambolica sera

No Comments

Non vedrà più diritte righe
dove punta l’occhio il naso

/ forse l’orizzonte /

Gioca


frizzantino freddo tepore
appena naufrago raggiunge
un mare e un cielo di colorazioni

e in mera sintonia Lui muore e risorge

c o m m o s s o

dalla tua fronte

© ore 8,19

A Domitilla°

Quante albe
accorsero ai tuoi desideri

e quante notti
accesero stelle
alle socchiuse ciglia
vibranti vibrisse …

… non chiesi al tuo pensare

Il sogno ti rapiva
con sussurri alla menta:

Sì, sei la mia gatta bellissima
ed io non ho un cuore di cenere

© ore 7,59

°Sezione Immagini

Da vene a neve

Insenature s’estendono
a stretti fianchi –

splendido grigioazzurro
rincorre da millenni,
fermo dal rosso al bianco
malinconico flauto

Non essere che quel che fummo:

non altro che sperso fiato,
su piano ammezzato senza tasti

da carezzare

E lì, eppure,
da vene a neve

restarmi a brillare

(espansa
ghiaccia glassa in punta di ciliegia,
s t r a n a
su torta fantasma
nell’inchiostro d’acqua
d’un’altra vita)

a scrivere e scrivere …
… per non ucciderti

© ore 8,50

Bordeaux

Bucolico sipario apro all’Intermezzo
che mi viene addOsso

ha di velluto l’anima
e il colore della rOsa bordeaux
avvinta all’occhiello d’un garofano

non s’aggiungano parole
né bestemmie d’autore
alle tante geneRose che non ebbero
sudOre,

né vaghino pAssi senza polso
con caviglie anonime

per fermarsi al Tempio a suggere gli odOri
emessi dalla tremula pioggia …

… e rifocillare secco midollo tra l’umidore
del bosco e il sogno

in obolo lasciando petriCore
quale fOrma del suo corpo

© ore 7,54

Al nuovo giorno (anno 2015)

Pensami

in penombra

quando il vai vieni delle luci in strada

ventaglia la calura della stanza

e il mio corpo mollemente adagiato

ha l’odore che chiama.

Lei, da velo traspare

< Ti attende >

Giunge melodia,

suono di dita

allargando s’insinua

nei lembi che sfoglia

e poi spoglia,

per carezzarla profondo.

Amami, fra queste cosce ospitali

< Amami >

Ché fino al midollo

voglio sentirti,

di bianco miele bagnata

di bianco latte nutrita

Labbra alle labbra

col nostro sapore

.

Dolce violenza

voglio e Tu vuoi.

Dirompente a mescere

dentro che muove,

sublime indecenza

ali in tempesta di neve e sole

.

E insieme

oltre ogni marea

sulla nostra spiaggia

ci ritroviamo

<Unico l’abbraccio >

vivi al nuovo giorno

Andante in forma mossa

Dove sei andata estate
che un tempo mi eri indifferente ed ora tanto preziosa?

Mi aggiungo all’autunno ancora,
a questo ottobre che mi corre incontro
e intanto ti rammento

libera
manifestata al sole
carezzare
col tuo mare l’acqua del mio corpo
scevro dai giri del tronco
nell’illusione
che induce tentazioni e strani ricordi

immergermi
nel profumo dei boschi
fra il fresco scialle di conifere e betulle
in mezzo a funghi improvvisi e nuovi
sbucati dopo la pioggia

fuggente a tristi pensieri
lieta di aver liberato prigioni

dal peso di spiccioli suoni

d’elemosine

semmai malinconica e vogliosa
di questa vita che troppo scorre
e disconosce

la giovane tenacia che dentro mi compone

© ore 9,54