Autore: Maria Pia

Nell’Attimo Buio

Andava …

… il sangue alla sua via
in melanconico flusso
pulsante rapsodia
maliardo incanto
nell’attimo buio …

… e Io
con Lui
avrei voluto scorrere
per un dove con la D maiuscola

<>

Chissà se si è portato
qualche ricordo incandescente,
un po’ di Noi
dal fuoco presi

e per sempre tolti dalla cenere.

@ ore 9,50

Rossetto a fiori

Soffia all’aria che soffia
denso d’ansia splendente
e lieve
questo giorno
strano
cadenzato
sospeso.
Risorge
il suo sole di pesca
un rintocco ogni sette
a carezza

<>

Io lascio alle mie dita andanti
l’intuizione divina che preme alle tempie
passeggiando col Rinascimento

e indosserò quel rossetto a fiori
per baciarci la voce,
il sorriso preso alla pioggia
da chiuse Cose in cassaforte

.

Sveglierò solo quell’unica rosa
dal canterano della notte,
il suo profumo incompreso
la sua rugiada vera

per ricordartela

@ ore 7,30

Fra muschio e orchidea

P e n s a m i
come dici di pensarmi
e ti sarò audace

organigramma
vitale
valle
al raccolto protesa
fiume
fra muschio e orchidea
bocca
che sazia la sete di pagine
attese

<>

Ma più di tutto
p e n s a m i
a incestuosa mente
affinché Io possa
rimanerti per sempre

@ ore 7,00

E R A

Era tutto per Noi …

… l’argentino suono delle posate nuove
il rosso del divano a cuori
le persiane verdi a strapiombo sul borgo
che guardo dal mio nido a nolo
fiaccola sul sentiero
nei cassetti di uno stormo
all’appena di questo sogno.
Fresco d’estate
caldo d’inverno
il fiume che ci scorre
senza straripare almeno un poco.

Ed era …

… ancor prima che fosse
la casa Tua strappata all’Eremo
/coi fichi di miele pieni
su quell’albero solo/
dentro i nostri occhi.

@ 6 luglio ore 17,44

P e n e l o p e

Entro

Divincolata
eterea
con un bouquet di pennelli
i colori scelti
e una tela

La notte
ha volto argenteo.
Strade tesse e sveste
Penelope
il suo manto di chimera.
Lampioni accesi
l’attesa
che non viene

È mare il cielo
e Io diversa
non tocco più la terra.
Un volo forse
o un salto
mi ha rapita
in un bosco d’Uva Nera

Dirige il Silenzio
nudità che trema
profonda sinfonia d’orchestra

dietro vellutate tende

@ ore 7,30

P i o v i m i

Piovimi …

piovimi addosso
con tutta l’estasi che voglio,
della Tua pelle fammi coltre
ché io esisto se tu esisti
A m o r e

… Mio …

lo tengo oltre
nelle fragilità d’osate corde
d’un antico suono

<>

Ma scroscia l’Anima
quando la sua fonte
incontra,
il letto
a riversare
corso di parole.
Bianca ancella
a fluire,
da lampi e tuoni
accesa
mentre il fango
cola
altrove

e Lui mi viene
e nuda veste trova

@ ore 8,00

S o l a

La maestosità dei campi
in placida attesa

<gravida anche quando vuota>

ha il senso del mare
così supina al cielo
l’innocenza d’essere
s o l a
nella mappa del mondo
l’importanza di un filo d’erba

Io che gravito tra colpa e perdono

@ ore 7,30

Un cristo non risorto

Ho accatastato giorni
anni
la mia partita doppia
un dare e avere su trespoli
di grotte

.

Troppo tardi
e a nolo
la Consapevolezza
-estremo atto di un ruolo-
affacciato a una finestra
sui rami del poco

:

ha vendemmiato il Niente
al postumo incrocio

se Niente vale il Vuoto
di un cristo non risorto

@ 1 luglio ore 8,10

P a n n i

Stavano stesi
su un poggiolo di pietra
multicolori accesi
a pronta presa:

p a n n i

che passai veloce
sulle mie quattro ruote,
con la faccia schiaffeggiata
e una tempesta di tronchi
a inchiodarmi la voce

tremenda
sensazione

dove il perdono latita
e il cervello è morso

da puzzolente rancore

@ 1 luglio ore 7,00

Mente e Corpo°

Di solitudine
può morire
il respiro in blocco,
l’Argonauta
che il vello più non trova,
la Sirena
che perso ha la sua voce

.

Ma se
la Mente
si propone
come fortemente vuole,
anche il canto torna al corpo,
l’imene viene
d’onde dolci

nel cuore della notte
sotto i raggi del suo Sole

°
Perché differenziare Mente e Corpo?
Così indissolubilmente uniti vena a vena , sangue a sangue …
nel mistero che è respiro finché morte non li separa
.

@ ore 9,07