Sull’Isola strana
… e io ti bevevo.
Le brame del cuore sull’Isola strana
fra conifere accese
fiera d’essere femmina
solo per Te.
Mi zampillava la fame di averti
tra quel fuoco plaudente argini lavici.
Meraviglia lo sboccio al gusto dei lampi
i polsi slegati
le radici sicure e i rami abbracciati.
Non l’astratto cercava
ma il desiderio tangibile
carnea conchiglia.
Navigare in orge di acque
la sua coppa d’inebrio,
liquoroso e duttile il tatto,
l’impasto di fine frumento
a nutrire e plasmare la Terra.
E savio fu quel nostro dormirCi
a palpebre spente
schiuse su macchie di luce
quando l’alba era ancora promessa
e il buio una calda coperta che avvolgeva
in un sogno vincente
a svegliarci più vivi e più veri
ciliegie le labbra … bagnate di baci.