La figlia di Ryan

Ho scorso
l’abnegazione per il viaggio
e lo stile
sulla tela alata
dai colori inverosimili,
fra scialli di stupore
e lo stormir d’uccelli variegati

Un chiaro appena livido
luci saetta,
l’aria della terra,
note in lento andare,
ventose e ghiacce nuvole barche
a modellare forme
sopra teste in lotta a sciogliere polsi

/e sopra l’Amore/

Panismo
nell’incontaminato suolo,
orme e bosco,
bianca sabbia e conchiglie,
l’inquadratura
che avvicina
alle ampie criniere dell’acqua

E fra i silenzi spargere
nordico splendore,
rune e druidiche lame,
credenze su chiese di scogliere
ataviche,
brividi che tornano senza essere
andati
dal nucleo più ortodosso
della retina

E quell’Amore
immediato e impossibile,
l’invidia mascherata
di chi in dono non l’ha avuto
e più che la guerra vuole punire,
la realtà
che esplode improvvisa
o meditata in sottofondo
a tuono unico

… come Unico era …
il suo strascico avvinghiato all’Anima
di un film

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