I c o n a

Da quanto non la trovo
e non provo più a parlarle
conscia di quel ristoro
che tutta mi permeava
di luce palpitante
i vichi della testa?

I c o n a

e il suo sorriso sulle guance
alle soglie d’un’estate
che indorava
colonne di marmi
da sublimi raggi carezzate.

Fresca eco ventilava
evanescenze e sussurri
ombre danzanti a dare requie
su piazze accese di promesse.

La primavera avevo ancora sulla pelle
prima di passare,
e una via dai semi ardui
che i miei piedi non sapevano.

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