Meriggio d’estate (1977)

Il viottolo
è aspro e arso
e il sasso polveroso
sgretolato
sulla strada di campagna

L’ora
della siesta è lì
calore ed omertà
tra lucertole assopite
e subito sguscianti

L’immobile è assolato
non c’è scampo
e la capanna dove cresce il grano
e l’acqua di cristallo

mi attendono sonnambula

Riposo assisa e inebetita
se mi volto vacillo
e l’oltre mi spaventa
ma la brezza furtiva
mi sorregge il fiato

e l’odor di menta suggerisce
all’ombre vacue

Condividi su: