Liquida pelle che ancora gli scorra

Tace il Solco
in mezzo alla montagna,
ha tanto corso un tempo
nel pieno dell’acqua viva e sgusciante.
La luce del cielo in lui si specchiava,
era assieme di un canto
fra rami penduli e fragili.

Piccole carcasse ora le sue pietre
hanno un silenzio diverso,
agghiacciante.
Ossa paiono,
un bianco lì sparso
che anche l’ombra dimentica
nell’indifferenza dei giorni.

Tutto è compiuto
il suo muto dire
per le orecchie che guardano
l’ardente sete bagnata dal secco.
E glabro scavo di quel che era regno
forse implora la pioggia
un ciuffo di brividi e ulivi …

liquida pelle che ancora gli scorra.

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