Feminam

Scrivo
e mi scordo.
Ero Io ciò che leggo?

Dormono,
le palpebre dormono.
Forse sognano
o pensano,
intanto che dentro tutto muovono …
l’acque dei gorghi
i campi di grano
i finiti fiori e quelli nuovi

E Tu cielo che mi porti
alla tempesta dei mondi
ti sento e amo
fuori dalla tranquillità dei seni
femmina che piove calore
e al temporale è devota
agli abbagli che rimbombano
oscure paure
lascive e sfacciate voglie oltre il tempo delle foglie

Mentre il bianco bacio della neve
mi percorse nera stella di notte
e più esiste finché credo d’esistere

anche in un respiro che torna

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