Alla Patria dei miei anni
Calda, calda placenta –
accoglimi, ispirami.
Fatti culla tranquilla, nido
sull’albero verde
Ho paura d’uscire tra estranei dipinti,
sotto nubi di cenere non farmi piangere
Verso bagnasciuga oso sentimenti –
a chiuse palpebre
ricordi che non voglio spegnere
pur se s’infrangono sulla mia pelle
lasciando graffi indelebili
«Quanti fogli vanno a sprecarsi
che prima erano bianchi e inconsapevoli
negli autunni accumulati
più che le primavere,
nelle estati bruciate su spiagge di sale,
negli inverni che mentono la neve
ogni natale»
Ma ciò io lo devo
alla Patria dei miei anni,
alle mani che vogliono svuotarsi,
alle lucciole sacrileghe estinte
dentro siepi nottali …
… finché questo corpo
non mi assolverà aprendomi le sbarre
© ore 10,31