Un ricordo

Ed era all’ammezzato
che mi sovviene il braccio
s a l v o

L’attesa
i giornali d’altre epoche
troppo sfogliati
martoriati,
gli occhi stanchi a guardare lo stesso ritratto
che forse ora aveva i capelli bianchi,
qualche fiore ad appassire il fiato
dai cappotti ai ventagli

Fuori
tutto volgeva placido
al venire, all’andare.
I fari
i corpi
ritornavano,
se mai
ci fosse stato luogo
di a da in con su per tra fra,
la farinata nella bocca calda

E il pensiero magistrale
s’ingegnava
dando mano agli altri
suoi pargoli
l’orecchio sempre teso verso quei passi trafelati
a dire:

  • Scusate, ho fatto tardi
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