Naso povero

La Tua mano
è fiore che sfioro.
Ti assaggio la bocca,
il collo a piccoli voli,
un guizzo cercando
del Tuo splendido odore

Ma entrare non posso
nel fermo spazio apparente,
meno di un muto riflesso.
Né bucarlo col desiderio
o con la chiusa degli occhi

/la realtà è implacabile/

Così libero un sogno dalla cortina ferrosa,
e finestre riapro che un poco si vergognano
del loro naso povero

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