Stinco d’afflato
Mi affaccio –
alla finestra dimentica
uguagliata a ieri ti guardo
Sulla stessa riga posando
sanguigno momento –
taccio, sorpresa decollo
astronautica chimica
monda dai corsi ricorsi dell’Ere –
l’infinito s’accosta, l’insolito
parallelo d’essere soccorsa –
orgogliosa nella nudità
di quel che sono e sento
dentro corpo e anima
Se veloci tacchi non svoltassero
in via del meridiano in seno
ubbidienti a ritrovata consapevolezza –
fuggendo da sconvolte tempie
omologati a grigie lontananze
con la tua voce persa
nel porto delle nebbie
(ormai) stinco d’afflato
© ore 7,54