Categoria: poesia

Lavorava a maglia l’Attesa

I

Con un pugno di mosche
in petto – quante
non le contavo

… partire …

da me stessa marginale
a tutto campo – questo
indimenticabile

II

Entravo solo per andarmene

nessuno mi vedeva
nessuno mi toccava

e intanto

lavoravo a maglia l’attesa

inventandomi Penelope – Io –

che ero solo un’Anima
perfettamente astratta

III

Qualche formica s’abbracciava –


l’ultima volta
ne scelsi due a caso nel marasma:

andavano incontro al bacio
veloci aprendosi un fiumiciattolo

Guardava la mia schiena frustrata
interpretando iniqua scelleratezza

Ci aveva scritto sopra ora e data

prima che il portone mi ingoiasse
prima che il treno mi salvasse …

© ore 7,29

Neve

Acqua fatata non muove –
fulgida
bianca di giorno
azzurra di notte
al mood della luna

All’altro capo del molo
il filo s’intreccia
la fiaba racconta:

fioccano fiocchi
lontane parole/

fra freddo e fuoco
fra draghi e aironi
felpato cammino
una emme d’assolo/

suonò tempo buono
una fiamma scaldava
le bocche,
che cieco marsupio non colse
sfumando lampioni/

Ma ora …

.. ora tutto sussurra,
oltre il piatto cemento e le auto in coda
l’aria libra purezza, libertà nuova

In crescendo
davanti ai tuoi increduli occhi

la neve è venuta

© ore 9,59

Un Chissà con ghiaccio

Nell’astratta dimensione
parallela
scrivo spazi
astronauti

La conosci tu la strada?

Il milite noto
fa la guerra su marci marciapiedi,
nelle contrade smesse
erano soldatini di plastica

Ho un pied-à-terre
e l’altro dove vuoi

Stanotte – forse –
un drink …

… vale un chissà con ghiaccio!

Canzone di Natale

Distratta
frastornata nel mentre
da un Dove – senza un dove –
la Parola che pensa
t a c e

Non crede d’Essere
mai stata,
se non quale nuvola
ingenua e vagante
strade di due città –
dalla A alla Z
pronta a dilatarsi
eterea a disegnare
tante rondini bianche

/ capita scriva per purificarsi
solo di quell’Ostia che si può squagliare
/

Un artista da strada
oggi
la prende e ritaglia –
ne fa origami,
girotondi bambini,
poi fisarmonica
che stringe e allarga
esalando mesta nenia
in vista del Natale

Ed ellittica Sostanza
se ne cova a brillare fra stelle di frange
con l’unica rosa donata …

… su un ponte fantasma
sotto un cielo che ancora sa piangere

© ore 8,01

Color sangue di piccione

D’alabastro fu il mio peccato
a fondo mite –

d’opale e calcedonio
quel sentir l’aprile sintomo impellente
piovigginoso sempre,
baluginose visioni le sue più grandi
piccole morti

E c’erano intorno

prefiche,
false alessandriti invano a imitare
la linfa passiflora pura e vera ametista
tradotta crema morbida sparsa e spersa
sulla mia pelle di seta

Pieno lo spettro dei sette colori –
tutto un mondo
mi vagava in sospensione
tra pietre semipreziose
e l’occulto bosco delle pietre fini

Io Venuta dopo… accanto a un cuore di stoppa!

Io tra duri corpi divenuta astrazione
con un rubino impresso su fiorita bocca

color sangue di piccione

© ore 8,01

Era d’Estate

No, stamane no

Le dita mi lascio sdraiare,
il timpano
al suono delle campane
immacolate –

rondini
si spargono
da un tetto all’altro,
nelle poche coscienze
rimaste,
nel cielo spartano

Che importa poi
qualche giorno sommato
da duna a duna
a fili di campo
alla voce che all’infinito
si distanzia –

tutto è diverso
in questa valle, in fronte al Naso

navigando a ritroso

l o n t a n i

© ore 8,49

Petali

Ci baciavano

come s’imprime al polline
l’ape
che mira al miele
e la farfalla
leggiadra a succhiare
nettare d’oro
ebbra di bellezza

e ancora le sento
come fossi appena uscita dal mare
le tue onde
nella mia bocca –

i morbidi petali delle labbra
fino in fondo a stormire

/ ieri /

© ore 8,33

Domani ti ascolto

Valsero
sabbie mobili
nella fossa del forno
a ogni mossa,
a re mida all’incontrario
accumulare gocce
per diventarle
rocce in fede di tsunami?

Così
che divenni orgogliosa credente –

attonita a pensare quanto
sia possibile per un sano petto
lasciare quel cuore sbattere

… dopo dure prove
dietro dure imposte …

lasciarne agonizzare il suono
non pensandolo urlo di dolore

Quando un attimo sarebbe bastato
– e un dito – per dire:

Domani ti ascolto

© ore 8,15

Mondo

Nacqui –
anche la mia veste nacque

Il mondo è sarto che scolpisce,
ha laboratori ovunque c’è una tana
viva al seme …

… che chiama a germogliare
ago, filo, e stoffa di creta

Poi
denuda in un istante

© ore 8,35

Piccole Cose

Fredde e brune –

in su l’aria primipara
si stagliano
dalla mia terra
umbratili colline

Oltre schegge matte
e anime di cartavetro

guardo

da bocca finestrale
quanta magia ci sia
in una Sciarpa lucente
appena il sole albeggia

i colli che per Lei si rizzano
freschi di tepore
sapendo come s’usano …

… le piccole Cose di ieri

© ore 8,13