Categoria: poesia

Arpeggio

È dentro una Carezza
che ricevo il Tuo liquore

sfiorami
percorrimi
ogni curva
ogni colore

non lasciarla sola

Splendide correnti
la follia ci scopre
sano batticuore
le nostre nude vesti

e in me ti perdi … e ti ritrovo

Mantello al galoppo
realtà e sogno
nel bacio della lacrima
appesa quella notte

U n i c a

anche in mezzo alla pioggia

N.B.
18 febbraio ore 7,33

Dove anche Io mi fermo

Ci sono Rotte
che abbiamo solcato insieme
e le dita ancora bagnano

No, non dimentica la lingua il sapore
né l’odore la fame d’esser prede

Rosso è quel che cola
dentro sterno e mente
lava ardente
al di là di vedute obsolete

Tu il pennello, Io la tela

Guardami
carezzami
deposta in quel canto silente
fedele all’attesa
a quando ti fermi
e misurando distanze mi pensi

… vieni …

dove anche io mi fermo
di brina fulgente sparsa

con lo sguardo accanto al Tevere

E torno

A r i a

paradisiaco odore
apro i miei polmoni al sole
alla bagnata erba
alla freschezza delle viole
a un concerto d’emozioni

e torno

dove non posso

e forse non può nemmeno Dio

Il sapore dell’arancia

Si alzò
scampato alla notte.
Non sapeva sarebbe stato
l’ultimo
e inframmezzato giorno

Solite mura
solita stanza
l’impronta alla poltrona incastonata
che fosse proprio il sole alto a dirgli basta
sulla via ladra del respiro

Rimaneva il sapore dell’arancia
e nauseava
e rotolava
la corsa
le scale a dirotto
e Lui
tradotto
su quel piano freddo
ancora fresco di tepore

Se n’è andato
e più riconoscevo

quel suo corpo vuoto

Ubriache d’infinito

Quale certezza hanno i segni
oltre l’apparenza delle cose
scritte
lette
a vigile inquietudine

Quale mano ci contiene
finta o vera
viva o morta
se pare straniamento
anche il volto delle stesse voci
e si cercano risposte
da sospesi
appena nasce una gemma
e l’amniotico cenno
racconta di piume nuove

c’è bisogno di parole
e si attende nella sera confidenza di sussurri

c’è bisogno di un altrove
nella pioggia che sovviene più del sole

in questa scena di trame e scomparse
ubriache d’infinito

Finché vive la vita

Dissolvenza
è nebbia che si scioglie
fino a scomparire

così faranno i Nostri giorni
un po’ ammucchiati, un po’ in fila
nel guscio di una noce

nella scommessa eterna
finché vive la vita

@ ORE 7,30

Alle mie altre carezze

T’incarto una carezza
senza mani
la imbuco in un pensiero
affinché divenga aria

e Tu possa respirarla

A tua volta
destinarla
dove ha più luce
la sete

E se non le hai gettate

unire
alle mie altre carezze

@ ORE 7,00

Lieve

Suggerisce l’aria
quando appena a galla
lieve ti sovviene
dalla notte
nuovamente nata

Anche
se non sa la pelle
d’essere ancora bella,
che ogni suo petalo
è tornato a ieri

e fresca nel tepore
su un muro si ritrova al sole
a ventose rosee

… una lucertola …

dal rinverdito cuore

@ Ore 7,59

Nei passi di pietra

Pare
l’inverno
letargo dell’orso
tana nei boschi
di foglie la terra
accolto silenzio
il riposo del legno
il suo meditare
la sonnolenza

ma l’aria che sento
è più pura e più vera
nel freddo gelido
nei passi di pietra

@ ore 7,00

Come Ieri gli occhi

Fa male la verità
il dubbio
che le restò appeso

pur se l’Amore detta

scalcia l’inevitabile
e si cerca un nuovo cuoio
che non abbia più scorsoio
e avvicini lontananze
su cammini segreti

con almeno un fil di seta
a tenerci i polsi

fluendo la voce in baci
fra lobi d’aria
,,,

come Ieri gli occhi

@ ore 7,00