Categoria: poesia

Pelle

Cerca nei ricordi
ciò che hai sognato
la tenda apri ad altra scena

dal parco della nebbia
figurala
trasponila
a palpebre aperte

bianco amato bianco sia la tua purezza
a parola non scritta e non letta
ma molto di più
la vita che ci viene
e gli Amanti lievita
da rosa tenue
a splendido rosso ardente

l’ I m m e n s o

tornato nel presente
scoccato pelle a pelle

Essenze

La mente di perla si dona
a carezza
alla seta dell’alba
espansa sul mare dal cielo

accendo persiane alle braccia
uscita da caldo letto
da bianche lenzuola e bianche pagine.
Non ho freddo
all’ampio respiro che bevo
non tremo

è l’aria di questo Novembre
a muovere essenze sonore
ad aprire il suo velo al mio petto

Liquorosa mandorla

Ha sesso
il gambo di un fiore
quando eretto
tra le cosce della terra
svetta
la sua testa a colori?

Parrebbe
voler procreare al sole.

Ma la Notte non scherza
e sveglia
le pantofole dal cuore
e ondeggia
al soffio godurioso d’una bocca di brezza

di liquorosa mandorla

… m a d i d a …

Sortilegio

Si spargevano al sole
le lumache
quelle con la casina addosso
dirette chissà dove, se mai ne avessero
uso d’intenzione

da qualche fosso uscite o dall’erba,
in grazia di pioggia ricevuta.
Tante
e tante latte vuote da riempire
a gambe snelle e veloci
là sulla collina
macchiata d’alberi di fichi

e la salsedine che avveniva

… aria …

aggiornava il sortilegio
senza si sapesse
l’attesa inaspettata
delle cose e case

… baciate …

lì a un fiato

dall’ampio scialle del mare

A prigionieri

Ascolta

nasce anche quando
fiore di campo
sopra una scogliera

da chiusa porta
colli
di passato
escono ora ricordi
che le mani toccano

Vedi

come tra noi e loro
ci sia un assolo
vetro impossibile …

… l’impossibile
che quel tutto
ritorni

a prigionieri

Treni fuggiti

è entrato novembre
che non è il mese delle ombre
pure se i giorni s’accorciano
e i suoi primi passi muovono
da chi più risponde

/Novembre, che tanto fa riflettere
la realtà e il sogno/

e spesso
staccare si vorrebbe
dal proprio tetto il ruolo
lavorarlo a crescerlo
trapassare il paese delle nebbie
fra azzurri toni ambrati.
E su lucori balenanti
la veste appendere
impregnandola di latte nuovo

in religioso silenzio -intanto
i boschi
fanno selva d’abbraccio
inquietante
o caldo –dipende-
ma sempre si presenziano
a predisporci al mistero
a lontananze.
Hanno grembo tenace
continuandosi
oltre treni fuggiti
pieni di speranze

e Noi – da qui
che su pensieri ci affacciamo
per ritrovarci
ancora a corde vibranti
funamboli
su antichi fumaioli d’attimi
avvolti dai nostri sguardi

fruttati
da un cielo indifferente

Ditale di luce


che anche in un ditale di luce
Io possa averti

e su un tombolo di desideri
rattopparmi la vita

Malinconico Jazz

Si discioglie
il sogno azzurro
in una coppa di stelle,
a giumella
caldo
lo sorseggio

… e son tutt’uno
sul divano di rosso velluto,
raccolto bouquet
con le ginocchia al mento
a volarti
carta da zucchero e cedro …

lo sguardo alla finestra
sotto questo autunno

a piovere malinconico Jazz

L’Uomo nero

Se n’è andato
col suo sacco in spalla
su strade di sale

l’uomo nero
ha rubato legna da ardere
lasciato rami doloranti

ma l’albero ha radice costante
e la terra è sua madre

Un fiore

Ti porterò un fiore
il passo stanco
la memoria che non manca

le notti
i giorni
il gomitolo nostro
volto
a svolgersi
che credeva in altri colori

e lì

viveva anche
una vita che non muore