Categoria: poesia

Prima che l’Onda accada

Se a caso fossi scoglio in un giardino d’inverno
-apostrofando tu ed io per arrivare a noi – non saprei che dirmi
pure se ancora ho limpido canto e lo completo con note brune
passionali

chi potrebbe del resto pronunciarsi
-anche se è vizio del fare-
sapere esattamente come e per quanto
le passate primavere aumenteranno
dentro a un SE capitale

e dimmi e ditemi -se un po’ di voce avete all’arco –
dei piedistalli di sabbia
che tutti ci sorreggono a un soffio dal mare
dello sguardo illuso a conquistarlo

prima che l’onda accada

© ore 7,40

E poi

Quante le volte
che pronunciai il Tuo nome – e tu il mio-
quello vero –fiato a fiato-
che non ha vetro.
Dentro il volto
vive intenzioni
da sogni scese e da teoremi

per divenire sguardo
per divenire Noi

E in quante vie folte d’Immenso

le camminate
al sole, fra l’ombre tenere
delle anime verdi –
d’ abbracci avvolti
nel comunque dirci
anche nei silenzi
confidenze

e a svelati secreti
rivelarci

le voglie più profonde

© ore 9,30

Geroglifici

S’adunano improvvisi – da coltri distolti –
brividi

a spina di pesce
dorsi
si moltiplicano salgono spingono
penne invisibili
per sul primo spazio bianco
imprimersi
d’inchiostro intinte le dita

è un’esigenza strana
l’astinenza assetata
volta a candida vena
l u n a r e occipite glabro
il perimetro

e Io che sono presa
-non quella – ma Altra
d’orgogliosa altra materia –
elettrica mi guardo
stupidamente stupita

malattia che non guarisce

g e r o g l i f i c i

© ore 9,10

Maniero

Saliamo
Io e il fiato
rampicanti

immensa boscaglia
pungente l’intrico incrociato dei rami
pochi spazi ad aprirmi.
Ma c’è una stradina annuita dall’erba piegata schiacciata
qualche pietra a stordirla – e posso andarla

Saliamo ancora
Io e il fiato
rampicanti

ed ecco lo Spazio
sguardo smerletta su cielo azzurrite
nuvola piccola bianca a far banco
ghirigori d’ali svettanti ovunque e accanto
canti si spargono

Entriamo

nel Maniero fatato di vero Creato
che ha torri affacciate
sale camini muri stucchi arcate –
punti fuga inseguirsi convergere stacchi
metaforiche allegorie

Tutto a incontrare un venire

e l’aria di dolce donzella si segna
che l’oriente intarsia e finimenti – sul poggio
smaglianti cavalieri alla vallata protesi –
cuore e pensiero l’affaccio che avvista il Suo destriero
per poi sentirlo bacio esaudito dove scorre la sete

Valevole
l’importanza mossa su un vaso fermo

Notevole
quel senso complesso di cui il Viaggio abbisogna
l’inequivocabile Essenza che ogni passo lega a una meta

e questo fiato pian piano a colmare il suo passo con Me

© ore 7,40

Pagine

Sì,
saprai dove trovarmi

Qui,
Tua Orma indelebile conservo
e tutte l’altre radunate assieme

t’aspetto – nelle mie stanze vieni –

appena lo vorrai
potrai calzarla senza fretta
accomodarti dentro l’anima
ascoltare come canta la mia penna

pelle a pelle

Mi assorbirai parola per parola
e uniti vibreremo tonalità segrete –
ché ormai Tempo più non serve
nemmeno alla rovescia

… e mai saremo così veri

© ore 7,00

Rugiada

ogni Dì è LA
spontaneo
atteso

eterea vagheggiante cannella
in dipanarsi
all’alba annuendo
strano alone da notti
viaggiate

Acidulo dolce
fantasioso intarsio
strascico
filigrana rilascia
catenelle da acchiappare
pendule
goccianti fiori di campo
tante stille tintinnanti

la grazia
il silenzio

dove io possa entrare
a dissetarmi

sul palco più nascosto di un petalo

© ore 6,11

Periplo

Qui adagiata
solo un lobo –alto-
farfugliati scalpiccii e sparsi rumori

Più immerso l’altro
connesso -agli ultrasuoni- scorre le notti.
Vivi pensieri e pensieri moribondi
nel giorno chiaro di nubi cotone

Mi sentirà la pioggia coi suoi lampi e tuoni

e Tu

che medichi l’avvenuto fra Noi
dipinte parole in unico cuore

senza profferire guarigione
circumnavigando il succo del Nome

Leggimi …

… come quando sei dono di labbra
dolce piano a carezza

queste parole assaggia
mentre mi scorri
denudata anche da veli

Sì, leggimi
nel paese dei desideri
insenature che grotte hanno segrete

e l’intenso cavalcarci
gustiamo assieme
su quel lago d’uva piena
senza lasciare pendula alcuna tregua,
i treni passati tornati presenti

Poi – fra le braccia di un pensiero –
la mia Chiusa tieni stretta

affinché non abbia più freddo

© ore 6,39

Comete

Viverci

dove siamo stati
corpo e anima
nei ieri presenti
nei futuri passati

farne sentieri
parole idee desideri

a s s a p o r a b i l i

ascoltando queste mani
implorare il loro dirmi:

Scrivi – a perduta mente –
scrivi

esci
con tutta te stessa

e vivi
ciò che non potrai più vivere

© ore 9,10

una a d una

Cercherò parole
nel sacchetto della tombola
mescolerò bene
a mano cieca
lasciando dal pensiero trasvolare
anche nuvole speranti

Le poserò con calma

senza punteggiatura

sugli spifferi di quella porta

una a d una

© ore 9,54